Team creativi potenti a Genova

 

Sabato 18 marzo 2023 avrò l’onore di condurre una Officina riguardante la creatività dei gruppi presso l’Accademia Ligustrica di Belle Arti di Genova.

Sono molto emozionato all’idea di andare a parlare di come nutrire le potenzialità creative nel lavoro di gruppo con un gruppo di persone che all’essere creativi hanno dedicato la propria vita, in una istituzione che della creatività fa la propria ragione di esistere.

Grazie al mio carissimo amico Mario Benvenuto sabato sarà una giornata formidabile.

 

 

Bruce Ditmas’ Cubist Dream

BRUCE DITMAS’ CUBIST DREAM BAND

You Tube Channel

 

Photo by Salvo Di Pietro

Bruce Ditmas è un protagonista assoluto della storia del jazz, che avrete ascoltato con Ira Sullivan, Judy Garland, Barbra Streisand, Gil Evans, Enrico Rava, Paul Bley, Lee Konitz, Jaco Pastorius, Pat Metheny, Chet Baker, Stan Getz, solo per citarne alcuni, e propone un “dream team” formato da Carlo Conti, Antonio Jasevoli, Angelo Olivieri, Lewis Saccocci, Sandro Satta, Guido Silipo, Marco Siniscalco.

Grazie a una coraggiosa intuizione di Eugenio Rubei nella stagione 2018/19 la Bruce Ditmas Monday Orchestra ha suonato all’Alexanderplatz, il più longevo e blasonato jazz club a Roma, ben tredici volte : una continuità che ha consentito alla band di esplorare e consolidare un sound personalissimo, incredibilmente potente e eccitante.

Con questo progetto l’Alexanderplatz ha voluto rinnovare la tradizione newyorkese delle home band del lunedì proponendo come band leader Bruce Ditmas, componente storico dell’Orchestra di Gil Evans nel periodo in cui era la Monday Night Band al Village Vanguard e poi allo Sweet Basil.

Durante la scorsa stagione con la Bruce Ditmas’ Monday Orchestra si sono esibiti come ospiti, per una serata ognuno, Carla Marcotulli, Ronald Seguin, Lorenzo Feliciati e Antonello Salis.

Il progetto di quest’anno della BDMO si intitola “Cubist Dream” (che è anche l’anagramma del nome del leader) e ha esordito con una serata dedicata alle musiche di Gregory Burk, che ha partecipato come conduttore e tastierista, e con la splendida voce di Carla Marcotulli.

Sempre all’Alexanderplatz, nelle date

28 ottobre
25 novembre
9 dicembre
2019
13 gennaio
27 gennaio
17 febbraio
2 marzo
23 marzo
13 aprile
27 aprile
2020

CONTATTI E BOOKING

 

Chissà se merito questo successo

Fra le tante forme di autosabotaggio che riusciamo a inventare, una delle più insidiose e diffuse  che come coach mi capita di dover aiutare a contrastare è senza dubbio quella legata al merito.

Non tanto l’idea meritocratica che ciascuno debba essere valutato in relazione a quanto effettivamente può dare in termini di competenza, conoscenza e abilità, ma proprio il tarlo annidato nelle nostre testoline giudaico-cristiane che dice “Ma meriterò davvero di essere amato/apprezzato/compensato? Meriterà davvero un miserabile millantatore quale indubbiamente sono di ottenere qualche successo? Presto, commettiamo un errore, arriviamo in ritardo agli appuntamenti, chiudiamo la gola davanti a un discorso pubblico: ristabiliamo la giustizia!”.

Tutti noi conosciamo e disprezziamo le nostre umane miserie e millanterie meglio di chiunque altro, e le condanniamo severamente anche quando sono assolutamente veniali, ma non basta: anche i talenti “immeritati”, la bellezza, l’intelligenza, che dovrebbero costituire altrettanti motivi di orgoglio, sono spesso bersagli per la disapprovazione del nostro inflessibile giudice interno.surf e merito

Il merito, il “cosa ho fatto per meritarlo?”, il “me lo sono davvero guadagnato?”, sono bestiacce terribili da sfidare e scalzare, rintanate all’interno di profondità oggettivamente difficili da illuminare con la semplice consapevolezza del fatto che si tratti di sabotaggi che pratichiamo a noi stessi, di ostacoli che siamo noi a mettere sul nostro percorso.

Quando sono abbastanza grandi e feroci, riescono a portare anche i più intelligenti e capaci (anzi: soprattutto i più intelligenti e capaci) alla costante svalutazione di sé stessi e a svuotare di significato ciò che sono riusciti a ottenere, inserendo la variante “riesci a ingannare tutti, ma davanti a te stesso sai di non valere nulla”, fino alla terribile catena della depressione, in cui si cerca solo di dimostrare al mondo, oltre che a sé stessi di non valere nulla.

Ma questa diventa materia per psicologi e psichiatri: come coach dobbiamo lavorare sul campo del cosciente e del cognitivo, per permettere ai nostri assistiti di dispiegare per intero le potenzialità dei loro talenti, dunque combattiamo il tarlo del “te lo devi guadagnare o non vale” con le nostre armi, soprattutto con la maieutica.

La risposta interna “certo che me lo merito!” è un’arma spuntata, di cui il tarlo può sghignazzare a piacere.

Già le domande “perché, cosa ti meriti davvero? Un incidente, un cancro, un infarto sarebbero meritati? Nascere qui e non in un paese povero e in guerra lo hai meritato?” vanno più dritte al cuore della consapevolezza che la domanda “L’ho guadagnato?” è un macigno di cartapesta.

Perché nessuno merita niente: quello che otteniamo ci capita, possiamo renderlo possibile, favorirlo impegnandoci e preparandoci, ma non lo determiniamo.

Le onde non le facciamo noi: al massimo possiamo scegliere le traiettorie migliori per surfarci sopra.

Ed è quello che dobbiamo imparare a fare: al lavoro.

GS

Demo omaggio del nuovo libro su OSARE

osare 1 - le radici

 

Il modello O.S.A.R.E. è una mappa pratica, comprensibile ed efficace per orientare al meglio le organizzazioni , le loro strategie e scelte operative e che consente, fra l’altro, di orientarsi nella giungla dei metodi manageriali  per identificare il metodo concretamente più utile, qui e ora, per potenziare ogni impresa.

O.S.A.R.E., infatti, serve nelle organizzazioni già costituite ed attive per identificare con sicurezza e intervenire dove si generino i problemi o dove si possa ottenere il massimo miglioramento realizzabile, e in quelle nascenti per generare un progetto in cui i diversi elementi siano effettivamente pensati per essere funzionali al raggiungimento degli scopi.

A questo punto, se se ne sentirà il bisogno, ci si potrà orientare nella miriade di metodi disponibili e scegliere quello che si vuole applicare per sostenere al meglio lo sviluppo della propria struttura.

Il contesto in cui si muove questo lavoro con la mappa O.S.A.R.E. è l’impresa, la funzione, il gruppo e l’individuo.

Rappresenta un modo per ‘ricordare’ gli elementi fondamentali che, nella moderna complessità, ci sfuggono e sono, spesso, accantonati per far posto ad un operativo che porta meno valore di quanto ci aspettiamo.O.S.A.R.E. 1 - le radici

E’ un modo per ‘essere’ e ‘lavorare’ in leggerezzaefficacia, soddisfazione e senso.
Cliccando qui potete scaricare un estratto delle prime pagine  del primo libro di analisi ed esercizi propedeutici all’utilizzo del paradigma O.S.A.R.E. nelle imprese (e, in generale, nelle organizzazioni).

Ci auguriamo che la sua lettura vi risulti utile e piacevole, e vi saremmo grati se voleste farci partecipi delle vostre impressioni sulla pagina dedicata su questo sito

Il testo, completo di metodi applicativi e di esercizi, sarà disponibile a partire dalla metà di Giugno 2017.

In versione cartacea a € 17,90 e in versione e-book a € 8,49

 

Early Bird:

Per quanti ordineranno le proprie copie da questo link entro il 31 maggio 2017 i prezzi saranno rispettivamente

per la versione cartacea € 12,30 e per la versione e-book € 4,10


VOGLIO SAPERNE DI PIU’

OSARE in pratica

osare in pratica

Se ti chiedi perché la tua organizzazione cresce meno di quello che ti aspetteresti
e il tuo commerciale ti dice che il brand è debole
e l’amministrazione che paghi troppi stipendi
e il distributore che sei troppo caro
e il tuo stomaco ti dice che è il clima che si respira in azienda a non essere più lo stesso
forse è il momento di OSARE
un modo concreto per verificare e potenziare l’identità e i comportamenti della tua organizzazione
Ecco qualche proposta operativa (cliccando qui, invece, trovi il modello spiegato).

https://www.slideshare.net/guidosilipo/osare-in-pratica


Sì! Voglio saperne di più!

Il metodo OSARE

Ogni organizzazione umana può rappresentare una complessità difficilmente gestibile e troppo spesso la complessità si trasforma in complicazione.

Questo è il nostro strumento, solido e pragmatico, nella sua prima presentazione ufficiale.

Presto nelle business school, nelle università, nelle aziende in cui presenteremo il metodo e saremo a vostra disposizione per discuterne (se avete domande, le potete già porre utilizzando il modulo in basso).

Maggiori particolari in “OSARE in pratica”.


Sì! Vorrei saperne di più:

la segreteria scolastica

la segreteria scolastica

http://www.slideshare.net/guidosilipo/le-segreterie-scolastiche

Le segreterie scolastiche,  come e forse più di tutti gli altri uffici amministrativi, sono spesso accusate di essere responsabili di inefficienze e perdite di tempo, ma solo in un numero limitato di casi ne sono effettivamente colpevoli gli addetti.

Nella gran parte delle circostanze questo dipende molto di più da modelli organizzativi obsoleti, o comunque inadatti a gestire organizzazioni complesse, quali sono diventati gli istituti scolastici, che dall’apporto fornito dai lavoratori.

Il vero problema è che quasi mai viene realizzata una valutazione in tal senso e si preferisce procedere con interventi organizzativi o formativi (quando non strettamente informativi) a carattere episodico che solo in casi di particolare fortuna riescono effettivamente a incidere sull’andamento della situazione generale.

La proposta che dedichiamo a questa specifica fattispecie, pertanto, non può che prendere le mosse da un accurato intervento di analisi dei processi e dei carichi di lavoro: una operazione non invasiva che prenderà non più di una quindicina di ore complessive diluite in circa una settimana di lavoro, in cui saranno per lo più osservati i processi durante la loro realizzazione, limitando al minimo (brevi interviste e il riempimento di moduli, per lo più) il coinvolgimento diretto dei lavoratori.

In seguito all’analisi effettuata, e in collaborazione diretta con il DS e il DSGA, si identificano i punti critici e i “colli di bottiglia” su cui intervenire, quindi si procede con la progettazione degli interventi, tanto per la parte organizzativa quanto per quella formativa, e con la loro realizzazione.

L’intera operazione può essere definita come un ciclo di coaching di gruppo, in cui  una fase diagnostica, una fase progettuale e una fase esecutiva possono essere contenute nel tempo di un mese circa, prevedendo un ulteriore incontro di verifica dei risultati ottenuti a distanza di non meno di un mese dal termine delle fasi precedenti.


Voglio saperne di più