Marketing Essenziale per Leader Politici

Venti elementi imprescindibili
per candidature di successo

Negli ultimi giorni ho ricevuto una notevole quantità di richieste di consulenze a supporto di candidature alle prossime elezioni amministrative.

Lo ritengo comunque un buon segno: i candidati che pensano di sapere tutto sono in genere scioccamente arroganti e quelli che si affidano completamente ai loro partiti, pericolosamente manovrabili.candidati

Come ogni volta, tuttavia, ho consigliato alla maggior parte di loro di prepararsi personalmente, prima o invece di affidarsi bendati a qualche spin doctor; in primis perché utilizzare una consulenza tanto costosa per candidarsi in un piccolo centro costituirebbe uno spreco di risorse, ma soprattutto perché ritengo sbagliato, anche per chi si candidi a elezioni di portata più ampia, consegnarsi a un consulente senza dotarsi di una competenza personale almeno sugli elementi di base (anche allo scopo di comprendere ciò che lo spin doctor sta facendo, senza essere costretti a dipendere dalla sua personale visione).

Sentite le persone che mi si sono rivolte ho potuto constatare una generalmente scarsa competenza sulle questioni relative al marketing,  peraltro spesso identificato come una serie di piccoli trucchi utili a intortare elettori creduloni, quando invece serve per arrivare ai propri sostenitori potenziali, a chi sta cercando “quel” candidato, in maniera più comprensibile e diretta.

Per questo ho concepito un intervento formativo di breve durata (dodici ore divise in tre incontri da 4 ore ognuno), di costo ridotto (€ 1.500,00, oltre a eventuali spese di trasferta, per aule da uno a dieci partecipanti: possono starci i primi dieci di una lista o un candidato e il suo team elettorale) e che permetta da un lato di acquisire gli elementi realmente indispensabili per costituire una candidatura con qualche speranza di successo, dall’altro di identificare e contrastare le mosse degli avversari (compresi eventuali trucchi “sporchi”).

P.S.:  La prima persona che mi ha chiesto l’aiuto consuenziale, in risposta al quale ho formulato questa proposta, mi ha detto “Certo, se non volessi sobbarcarmi l’intera cifra, dovrei trovare le altre nove persone che lo facciano con me…”. Ora mi chiedo (e gli ho chiesto) “Se pensi di non riuscire a trovare nove persone disposte a seguirti in questa piccola cosa, quanti elettori pensi di poter convincere a votarti?”.

Scrivetemi direttamente usando il modulo seguente:
non c’è molto tempo e non credo di poter accettare più di quattro/cinque richieste.


OK, questa cosa mi riguarda
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il domenicale di Guy Sottile: Impressionante

La parola per oggi è impressionante!

La mia esperienza è piena di persone che volevano impressionarmi.

Quando incontro una nuova conoscenza, quasi sempre, essa a cerca di impressionarmi con
i traguardi che ha raggiunto, le persone che conosce e tutte le cose positive della sua vita.strong man

Quello che ho constatato è che chi cerca di impressionarmi non è mai una persona impressionante! Chi cerca di impressionarmi manca di autenticità e fa odore di roba sintetica che da principio sembra impressiva ma ben presto risulta sintetica!

Forse per questa ragione da un po’ di tempo cerco di non parlare di me è di spingere la mia presenza per impressionare gli altri.

Il profilo di una persona che ha qualità impressionanti, cioè che ci sorprendono positivamente , ha due aspetti fondamentali.

Il primo aspetto è che ama quello che fa. Chi ama la sua visione riesce a mettere in risalto la sua passione.

Il secondo aspetto è che ama le persone che cerca di impressionare e questo fa venire fuori la sua autenticità.

Quando passione e autenticità si mettono insieme il risultato impressiona chi ci sta innanzi anche se impressionare non deve mai essere un nostro obiettivo.

Alla prossima!

Gaetano Sottile

Trainers’ Club: dialoghi fra professionisti

trainers club

Iniziative per professionisti della Conoscenza:
Formatori,Coach, InTraCatalysts, Progettisti, Tutor…

 

Una serie di incontri di formazione/coaching/workshop dedicati all’aggiornamento di chi si occupa professionalmente di formazione, con attestazione certificata ai sensi della legge n°4 del 14 gennaio 2013.

Confrontiamo le nostre modalità operative e le attribuzioni di senso con lo scopo di perfezionare le competenze e potenziare le abilità, utilizzando il metodo InverseTraining® in modo da crescere valorizzando in ognuno il proprio tratto stilistico personale e unico.

Ogni modulo è verticalizzato su un tema specifico della professione, e articolato in due sessioni PRO da quattro ore.

Per i prossimi mesi sono previsti i moduli:trainers club

  • quali strumenti: power point, lavagna, naked? – lunedì 2 e 16 maggio (edizione am), giovedì 5 e 19 maggio (edizione pm)
  • l’integrazione del gruppo in aula – lunedì 6 e 20 giugno (edizione am), giovedì 9 e 23 giugno (edizione pm)

A tutti i partecipanti sarà rilasciata attestazione della frequenza per l’aggiornamento professionale e la deducibilità fiscale ai sensi della legge n°4 del 14 gennaio 2013.

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Trainers’Club 2: definire obiettivi fra coach e coachee

Il secondo argomento degli incontri del Trainers’Club è intitolato

la definizione degli obiettivi fra coach e coachee

in cui esploreremo insieme quella che è senza dubbio una parte fondamentale dell’attività del coaching, ma i cui contenuti tecnici offrono strumenti  e stimoli importantissimi anche per i formatori e per gli InTraCatalyst.

Nelle otto ore durante le quali si svilupperà il modulo condivideremo i diversi approcci attraverso i quali è possibile ai coach (ma in generale a chi si occupa di condurre esperienze di crescita personale e professionale attraverso gli strumenti del coaching, della formazione eccetera) arrivare a definire insieme a chi fruisce della loro opera gli obiettivi di cambiamento in direzione dei quali lavorare.

Come si può incrementare al massimo l’efficacia di quello che si fa in un contesto relazionale di questo tipo e delicatezza?

Come è possibile mettersi effettivamente a disposizione delle effettive necessità del cliente, evitando da un lato di manipolarne la percezione di ciò che è realmente necessario, e dall’altro di declinare come esigenze quelle che non sono che posizioni?

Quanto è effettivamente necessario utilizzare un approccio come quello della Programmazione Neuro Linguistica e quanto, invece si tratta di una scorciatoia?

Lo strumento dell’inverseTraining®, come d’abitudine, ci aiuterà a condividere esperienze, convinzioni, competenze, in modo da permettere a ognuno di elaborare o personalizzare strumenti tecnici e nuove attribuzioni di senso, o confermare la propria visione.

È previsto, naturalmente, attestato di partecipazione per l’aggiornamento professionale.

Oltre a ciò, la diffusione degli atti prevista costituirà pubblicazione per i partecipanti che vorranno firmarli.

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Il domenicale di Guy Sottile: Sogno

Guy Sottile

La parola per oggi è sogno!

Posso garantire che tutti hanno un sogno. Anche tu che mi leggi in questo momento!realizzare il proprio sogno

Ogni persona nasce con desideri, traguardi e visioni da raggiungere per dare un senso alla propria vita.

La domanda, dunque, non è se tutti hanno un sogno ma se essi riusciranno a realizzare il proprio sogno!

Per realizzare un sogno bisogna avere due sicurezze:

Assicurarsi che il sogno sia il nostro e non di qualcun altro. Avere la proprietà del proprio sogno è fondamentale!

Assicurarsi di costruire la giusta squadra, il giusto Team per realizzare il sogno.

Team-work makes the dream work! ( Il lavoro di squadra rende il sogno possibile).

Tutti sognano ma non nello stesso modo. La maggior parte sogna la notte nei recessi polverosi della propria mente per poi svegliarsi e realizzare che era solo un sogno!

I sognatori diurni è gente determinata che sogna col cuore e con la mente, che si assicura di vivere il proprio sogno insieme a un team coeso e forte!

Lasciamo stare i sogni notturni e operiamo a raggiungere il sogno per cui siamo stati creati!

Alla prossima!

Gaetano Sottile

Perché InverseTraining® è coaching “PNL free”

Perché InverseTraining® è un metodo di group coaching “PNL free”

(da www.inversetraining.com)

Chiariamolo da subito: non abbiamo nulla contro la PNL, che risulta utilissima quando ad applicarla sono professionisti competenti ed eticamente corretti: sarebbe come avercela con i martelli, che sono strumenti indispensabili per piantare i chiodi, ma che possono fare molto male nelle mani di persone con cattive intenzioni.

La Programmazione Neuro Linguistica, da qualche anno a questa parte, sembra essere diventata indispensabile per il coaching e importante per la formazione, come se non potesse esistere un coach in grado di farne a meno o un formatore capace che non la utilizzi, ma non è necessariamente così.

La PNL è un approccio molto vicino all’ipnosi, che, come per l’ipnosi, modifica temporaneamente la percezione della realtà nelle persone e quindi rischia di peggiorare i problemi, invece di risolverli, se non perfettamente utilizzato.
Perché InverseTraining® è un metodo di group coaching “PNL free”

Per il coach si tratta, in moltissimi casi, solo di una scorciatoia, neanche particolarmente efficace nel medio/lungo periodo, che di fatto riduce la libertà e l’autonomia del coachee, invece di incrementare la sua capacità di migliorare la propria condizione.

Il motivo è semplice e lo abbiamo detto prima: la PNL agisce sulla percezione, non sulla realtà, e la confusione fra i due piani incrementa, invece di diminuire, le difficoltà che il coaching dovrebbe contribuire a risolvere.

Nel caso di patologie legate alla psiche, ad esempio, in cui si evidenzi che è la percezione di un problema a influenzare la vita del paziente,  funziona perfettamente, come è logico, poiché è modificando la percezione che si può agire sul problema.

Quindi si tratta di uno strumento formidabile, se utilizzato nel giusto ambito, per ottenere in pazienti con problemi psicologici importanti, cambiamenti di breve durata, utili come “varchi” per il conseguimento di altri obiettivi.

Non può essere quel momentaneo mutamento di percezione l’obiettivo della cura, in quanto, per l’appunto, non ottiene cambiamenti definitivi: è una finzione.

Ma stiamo comunque parlando di ambiti clinici e di relazioni di cura.

In mancanza di patologie, non c’è un problema che si risolva modificandone la percezione, in quanto la percezione originaria, se non è “malata” è corretta, quindi devo agire sulla radice e non sull’aspetto della cosa.

Un esempio tipico è l’autostima: se c’è una debolezza nel tuo carattere o nella tua formazione che ti impedisce di raggiungere dei risultati in una determinata parte della tua vita, posso agire con la PNL in maniera tale da non farti percepire per qualche tempo quella debolezza, e così incrementare la tua autostima al punto da spingerti verso quei risultati, ma, a meno di affrontarla in maniera adeguata, la debolezza rimane lì e si ripresenterà entro breve tempo, generando tutt’al più una completa dipendenza dal coach, non l’affrancamento dal problema.

I coach e formatori più bravi e eticamente corretti utilizzano la PNL quasi esclusivamente allo scopo di ottenere nei clienti quello che viene chiamato un “insight” (una illuminazione improvvisa, un “Eureka!”, per dirla in maniera meno anglo centrica), ma troppo spesso viene piegata a usi differenti.

Per questo motivo ci sono persone che partecipano a determinati eventi motivazionali, riunioni molto grandi in cui si “pompa” in chi non riesce a raggiungere i propri obiettivi la convinzione e l’autostima fino a limiti altissimi, ma senza agire sulle problematiche che hanno portato all’insuccesso.

Costoro sono spesso costretti a tornare e tornare e tornare a quei corsi, per rinnovare quella sensazione esaltante di forza invincibile, di autostima massima, che si può ottenere attraverso l’uso massiccio della PNL, oltretutto potenziata dal fatto di essere parte di una massa, quindi già naturalmente portati all’esaltazione.

È come una droga: ti fa sentire un leone, ma non può farti diventare stabilmente un leone, per questo sei costretto a prenderne ancora e ancora.

Per questo motivo con il nostro metodo non si lavora mai sul piano della manipolazione emozionale, ma esclusivamente su quello della creazione di connessioni cognitive, lasciando libero e responsabile ognuno delle proprie emozioni e anche della creazione di un proprio percorso di identificazione di senso da dare alle conoscenze che si scambiano, si acquisiscono e rafforzano in una sessione di inverseTraining®.

Siamo convinti che crescere e migliorare la capacità di interagire con il proprio mondo possa avvenire solo potenziando la libertà di ragionare autonomamente che dà l’esplorazione della realtà stessa, e che farlo accadere attraverso modalità di interazione non gerarchizzate, ma professionalmente catalizzate  sia un modo radicalmente più efficace per fare formazione e coaching di gruppo.

E in fondo questa è la differenza e la novità dell’inverseTraining®.


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NEW – tecnica e organizzazione del debriefing

whiteboard

Il debriefing, in uscita dalle esercitazioni o da intere giornate di formazione, è probabilmente il momento più di tutti dedicato a generare senso nel nostro lavoro di docenti / coach / facilitatori / catalyst.

In tanti anni di attività ho visto all’opera una quantità di stili diversi per questa delicata whiteboardparte del nostro lavoro: da quelli più direttivi, didattici, strettamente legati al compito, allo schema e al risultato, a quelli “morbidi”, che suggerivano, senza imporre, un modello di condivisione dell’esperienza all’aula, fino a quelli talmente destrutturati da far percepire il momento come una autonoma decisione dei partecipanti, un momento di anarchia creativa, che portava al risultato richiesto apparentemente senza sforzo.

Questo vogliamo condividere nelle otto ore del modulo “Debriefing” che abbiamo calendarizzato come prima fra le iniziative del Trainers’ club.

Non ci interessa definire una tecnica “migliore”, che battezzi il modo ufficialmente “giusto” di fare debriefing, ma esplorare le diverse tendenze e il loro rapporto da un lato con il carattere e il tratto personale di ogni professionista, dall’altro con il contesto in cui si realizza l’atto formativo.

Sono infatti convinto che, nello scambio di saperi e esperienze che avviene nella formazione degli adulti, non avrebbe senso definire “giusto” e “sbagliato”, mentre è particolarmente utile analizzare, insieme a persone che fanno il nostro stesso lavoro, posizioni personalmente valide.

È previsto, naturalmente, attestato di partecipazione per l’aggiornamento professionale.

Oltre a ciò, la diffusione degli atti prevista costituirà pubblicazione per i partecipanti che vorranno firmarli.

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Il domenicale di Guy Sottile: Pazienza

Il vero leader non arriva mai al traguardo per primo.

La parola per oggi è pazienza!

Il vero leader non arriva mai al traguardo per primo.
Il vero leader non arriva mai al traguardo per primo.

Il vero leader non arriva mai al traguardo per primo.

Infatti egli si rifiuta di tagliare il traguardo da solo. Attenzione: il leader non si rifiuta di tagliare il traguardo ma si rifiuta di farlo da solo!

Questo non perché non è sufficientemente veloce o allenato a vincere ma perché il vero significato del suo successo è solcare la linea d’arrivo con la sua squadra e non da solo.

I veri leader portano il proprio team con loro e si assicurano di arrivare al traguardo INSIEME e si rifiutano di vincere la gara da soli!

È proprio qui che la pazienza entra in azione.

Bisogna essere pazienti, diminuire il ritmo, incoraggiare chi sta dietro e aspettare tutto il team per arrivare al traguardo insieme.

Io piuttosto voglio tagliare il traguardo col mio team che da solo anche perché se arrivo da solo con chi celebrerò la mia vittoria?

Alla prossima!

Gaetano Sottile

il domenicale di Guy Sottile: Uguaglianza

La parola per oggi è uguaglianza!

Questa parola ha sempre avuto un discreto successo per tutti coloro che vogliono condurre le persone.

Infatti l’uguaglianza è il fondamento di ogni sana democrazia.

Nella costituzione americana la premessa su cui essa si basa sta nel fatto che tutti gli uomini sono uguali e creati tutti a immagine di Dio!

Parole toccanti ma che nella dura realtà trovano non pochi ostacoli per essere realizzati.

Questi ostacoli sono insiti nella natura dell’uomo e sono rivelati dalla seconda legge del declino che dice: per natura l’uomo vuole raggiungere il massimo col minimo sforzo!

Per ogni persona che lavora duramente per raggiungere il massimo se ne trova un’altra che vuole andare avanti sulle spalle della prima!

Uguaglianza non significa che siamo tutti uguali ma, bensì, che tutti DEVONO AVERE LE STESSE OPPORTUNITÀ PER RAGGIUNGERE I TRAGUARDI A CUI ASPIRANO!

Pertanto non accettiamo l’uguaglianza come punto di arrivo ma come trampolino di lancio per lavorare duro e mostrare a tutti i nostri meriti personali e professionali con disciplina e intenzionalità!

Gaetano Sottile